Per scegliere la corretta crema solare diventa quindi fondamentale controllare latitudine e altitudine. Sappiamo che in montagna i raggi ultravioletti sono più diretti e potenti e che alcune superfici, come neve, acqua, sabbia e cemento, possono riflettere queste radiazioni negative per la pelle. Se si parte per le Maldive sarà quindi necessario munirsi di una protezione solare alta, con SPF 50 come minimo, soprattutto se è il primo sole dell'anno, mentre nel Mediterraneo si può puntare su uno spray solare corpo/viso con SPF 30.
SPF e radiazioni solari
Per chiarire una volta per tutte come l'esposizione solare, a lungo andare, possa causare danni seri alla pelle interviene il professore e direttore dell'Istituto Dermoclinico Vita Cutis Antonino Di Pietro, che chiarisce cosa sono le radiazioni solari e come attaccano le cute:
Le radiazioni solari si classificano in base alla loro lunghezza d'onda: oltre alla luce visibile (percepita dall'occhio umano), si distinguono raggi infrarossi (ir) e raggi ultravioletti (uv). Questi ultimi riescono a raggiungere il derma, producendo un effetto sui tessuti e sul sistema metabolico e si schermano col fattore di protezione adatto. I primi, invece arrivano all'interno dell'organismo, e l'unico espediente per fermarli è assicurare freschezza e idratazione alla pelle, con acque termali, bagni e docce frequenti.
In risposta ai raggi solari entra in gioco L'SPF (Sun Protection Factor); una classificazione di filtri che aiutano a schermare o bloccare gli effetti negativi dei raggi del sole. I numeri (compresi solitamente da 6 a 50) che indicano la protezione solare sono ricavati dal tempo necessario per produrre l'eritema sulla pelle, protetta con un filtro oppure no. Per migliorare l'azione della protezione solare è necessario prestare attenzione anche al modo d'uso, applicando la crema solare ogni tre ore e dopo ogni bagno (anche se la crema è water resistant).